Il sustainable procurement è oggi una leva strategica imprescindibile per qualsiasi azienda che voglia proteggere la propria reputazione e costruire relazioni solide con fornitori e stakeholder. Ogni decisione di acquisto ha un impatto diretto sull’immagine del brand e sulla sua resilienza: un partner che non rispetta standard ambientali o sociali può compromettere la reputazione, esporre a rischi legali l’azienda e minare la fiducia di clienti e investitori.
Adottare un approccio di procurement sostenibile significa andare oltre il prezzo, valutando fornitori in base a criteri etici, trasparenza nei processi e capacità di contribuire a obiettivi ESG concreti. Per i decision maker, significa trasformare l’ufficio acquisti in un motore di valore strategico, capace di anticipare rischi e generare vantaggi competitivi misurabili.
In questa guida scoprirai, come distinguere un sustainable procurement realmente efficace, quali KPI usare per misurare i progressi e come gli strumenti digitali possano rendere scalabili e tracciabili le tue politiche di approvvigionamento responsabile.
Perché il sustainable procurement è una priorità per la tua azienda
Integrare criteri di sostenibilità nella gestione degli acquisti non è più una scelta opzionale, ma una condizione necessaria per mantenere competitività e continuità operativa.
In un contesto in cui la reputazione di un brand può essere compromessa da un singolo anello debole della catena di fornitura, il sustainable procurement diventa uno strumento per prevenire rischi e creare valore tangibile.
Un approccio tradizionale, basato esclusivamente su prezzo e tempi di consegna, espone l’azienda a vulnerabilità difficili da controllare: fornitori con pratiche non etiche, mancanza di tracciabilità, problemi di conformità normativa.
Con un modello sostenibile, invece, ogni scelta d’acquisto è supportata da criteri ESG chiari e da dati verificabili, riducendo il rischio di incidenti reputazionali e sanzioni.
Tra i benefici più rilevanti:
- riduzione del rischio legale e reputazionale grazie alla due diligence proattiva;
- maggiore resilienza della supply chain, con fornitori selezionati anche per solidità e capacità di adattamento;
- allineamento agli obiettivi ESG aziendali, favorendo la coerenza tra strategia e operatività;
- rafforzamento del valore percepito del brand, grazie a una proposta di valore trasparente e sostenibile.
Le organizzazioni che adottano il sustainable procurement non solo soddisfano requisiti normativi e aspettative degli stakeholder, ma si posizionano come partner affidabili e lungimiranti, capaci di guidare il cambiamento in un mercato in rapida evoluzione.
I 4 pilastri di una gestione fornitori responsabile
Un approccio di sustainable procurement efficace si fonda su alcuni principi chiave che trasformano la relazione con i fornitori in una partnership strategica, anziché in un semplice rapporto commerciale.
1. Valutazione e selezione basata su criteri ESG
L’analisi iniziale di un fornitore deve includere indicatori ambientali, sociali e di governance, oltre a parametri economici e operativi. Questo significa richiedere documentazione su certificazioni, politiche ambientali, procedure interne e conformità normativa già in fase di qualifica. In questo modo si previene l’ingresso in azienda di partner non allineati agli obiettivi di sostenibilità.
2. Monitoraggio e audit periodici
La sostenibilità non è statica. Un fornitore che oggi è conforme potrebbe non esserlo tra un anno, se non viene seguito con continuità. L’adozione di strumenti digitali per il monitoraggio costante e di audit periodici permette di mantenere un controllo aggiornato, rilevando tempestivamente eventuali criticità.
3. Trasparenza e tracciabilità della supply chain
La capacità di tracciare l’origine dei materiali, le condizioni di produzione e i flussi logistici è fondamentale per garantire coerenza con le politiche aziendali e dimostrare conformità agli stakeholder. Un sistema centralizzato di gestione dati riduce i silos informativi e facilita la creazione di report completi e affidabili.
4. Collaborazione e sviluppo dei fornitori
Non tutti i partner sono già pronti a soddisfare standard elevati di sostenibilità. Un approccio maturo prevede programmi di formazione, condivisione di best practice e piani di miglioramento condivisi. Questo rafforza la relazione e aumenta il livello medio di sostenibilità dell’intera filiera.
ATTENZIONE: questi 4 pilastri non vanno considerati come passaggi isolati, ma come parti integrate di una strategia continua. La vera forza di una gestione fornitori responsabile sta nella capacità di combinare criteri chiari, tecnologia e collaborazione per creare una catena di approvvigionamento resiliente, etica e competitiva.
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KPI e metriche per misurare la sostenibilità negli acquisti
Un approccio di sustainable procurement funziona solo se supportato da indicatori chiari e monitorabili. I KPI permettono di capire se le politiche adottate stanno realmente generando un impatto positivo, e di dimostrare i risultati a stakeholder e investitori.
Tra le metriche più efficaci:
- percentuale di fornitori valutati con criteri ESG sul totale;
- quota di spesa destinata a fornitori sostenibili o certificati;
- riduzione delle emissioni legate alla supply chain, misurata su base annuale;
- tasso di conformità normativa della rete di fornitori;
- numero di audit completati e piani di miglioramento implementati.
L’obiettivo non è accumulare dati, ma selezionare pochi indicatori strategici, direttamente collegati agli obiettivi aziendali e agli impegni ESG dichiarati. Questo permette di mantenere il focus sulle azioni che contano davvero e di allocare risorse dove generano il massimo impatto.
Come digitalizzare il sustainable procurement con Oxalys
Una volta definiti i KPI, il passo decisivo è trasformarli in parte integrante dei processi quotidiani. La digitalizzazione rende possibile questo salto di qualità, automatizzando attività critiche e collegando ogni decisione d’acquisto agli obiettivi di sostenibilità.
Con Oxalys tutte le informazioni chiave (certificazioni ESG, risultati di audit, dati di conformità normativa, performance dei fornitori) vengono centralizzate in un’unica piattaforma Source-to-Pay. Questo permette di avere una visione chiara e aggiornata della supply chain, eliminando silos informativi e riducendo tempi e costi di gestione.
La soluzione Oxalys consente di:
- automatizzare la due diligence e il monitoraggio ESG;
- bloccare o segnalare ordini non conformi agli standard definiti;
- generare report immediati e personalizzati;
- seguire in tempo reale l’andamento dei KPI stabiliti.
In questo modo, il sustainable procurement diventa un processo scalabile, misurabile e perfettamente allineato alla strategia aziendale.
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